Intervista a Paolo Russo. In occasione dello Spirit Day – Giornata internazionale contro il bullismo omofobico – Parks intervista Paolo Russo, Presidente Nazionale di Contrajus APS.

DSecondo uno studio condotto da Terre des Hommes, solo una minima parte delle vittime di bullismo è stato aiutata. Quali sono i primi, concreti passi da fare nel momento in cui ci accorgiamo che i nostri figli o nipoti hanno subito un atto di cyberbullismo?

R – Si tratta di uno studio molto importante. In realtà, tuttavia, non si può dire che solo una minima parte delle vittime sia stata aiutata. Oggi si è sempre più convinti, tra quanti si occupano a vario titolo di tutela dei minori, che occorra un approccio multidisciplinare per affrontare un fenomeno tanto delicato e complesso. Un primo fondamentale passo sul fronte della prevenzione, indubbiamente, è rappresentato dal “mettersi in ascolto” del minore, dal cercare un dialogo empatico che consenta al minore in difficoltà di aprirsi e di confidarsi, mai banalizzando il problema che viene condiviso. Se la questione appare grave, occorre poi denunciare l’accaduto alle persone competenti (forze dell’ordine in primis, dirigente scolastico o insegnante se il fatto è accaduto a scuola, eccetera) e, ancora, chiedere il supporto di professionisti specializzati (psicologi, avvocati, assistenti sociali, educatori) in grado di supportare il minore e i suoi familiari nell’affrontare quello che, in molti casi, appare come un trauma vero e proprio, denso di conseguenze sotto il profilo psicologico e giuridico.

DNon molte persone sanno che, dal 2017, esiste una legge che offre alle vittime di cyberbullismo diverse forme di tutela. Ce ne vuoi parlare? 

R – È la Legge n. 71/2017, una normativa fondamentale in quanto si tratta della prima in Europa a occuparsi nello specifico della prevenzione di un fenomeno in drammatica crescita come il cyberbullismo. È anche detta “Legge Ferrara”, in onore della Senatrice Elena Ferrara, promotrice della Legge in argomento. La Senatrice, prima della sua esperienza parlamentare, era stata insegnante di Carolina Picchio, la prima ragazza suicidatasi in Italia per le conseguenze psicologiche occorsele a causa di un grave episodio di cyberbullismo subito: proprio in suo nome la Legge n. 71/2017 è stata varata, offrendo direttamente alle vittime strumenti preziosi per difendersi contro ogni atto di cyberbullismo. La normativa in esame potrebbe a breve essere oggetto di parziali modifiche, essendovi un disegno di legge in esame al Senato che punta a estendere gli effetti della Legge anche al fenomeno del bullismo.

DCos’è e cosa fa di preciso l’associazione Contrajus APS? Quali strumenti mette in campo per le vittime di cyberbullismo e dei loro familiari?

R – L’Associazione Contrajus nasce nel 2016 e nel 2023 si è trasformata in APS, entrando dunque a far parte degli Enti del Terzo Settore. Si tratta di una Associazione multidisciplinare (ne fanno parte avvocati, psicologi, sociologi ed educatori in genere) che ha come obiettivo quello di promuovere campagne, eventi di sensibilizzazione e corsi di formazione su tematiche connesse a vario titolo con le fragilità e con i soggetti più deboli. Grande spazio, in Contrajus, ha indubbiamente la prevenzione e la lotta al bullismo, al cyberbullismo e al disagio giovanile. L’evento nazionale di Contrajus sul tema, rivolto in primis agli studenti e alle scuole, è la manifestazione “Be Kind” (= sii gentile), che si svolge a cadenza annuale a Firenze e che punta a lanciare il messaggio che la gentilezza possa svolgere un ruolo di primo piano sul fronte della prevenzione di fenomeni tanto drammatici.

DA tuo avviso, cosa può fare la società per far sì che il fenomeno del cyberbullismo vada a scemare sempre più?

R – Come già in parte detto, siamo convinti che l’unione faccia la forza, ossia che solo insieme, ciascuno nel proprio ruolo e secondo le proprie competenze, si possa far fronte comune sulla prevenzione e stare al fianco dei nostri giovani, che vivono un momento storico particolarmente delicato e che, da soli, indubbiamente sono molto più fragili nel difendersi contro simili aggressioni.