“L’inclusione è una buona pratica di business”: ne è convinto Ivan Scalfarotto, direttore esecutivo di Parks, organizzazione no profit che si occupa di lavoratori GLBT (gay, lesbiche, bisessuali, trans) e ha come soci solo i datori di lavoro.
In Italia l’associazione, che ha preso il nome dall’attivista per i diritti umani Rosa Parks, ha per soci 10 aziende nazionali e non, da il Saggiatore a IKEA, ma Scalfarotto non nasconde che ce ne sono alcune “che riflettono se associarsi da un anno e mezzo, forse per paura di occuparsi di questo tema”.

Eppure, se come garantisce l’OMS, almeno il 5 per cento della popolazione è GLBT, queste aziende farebbero meglio a seguire quella che sembra una percentuale non irrilevante del loro personale. “Non è solo giusto ma è un asset importante per un’azienda, soprattutto – sottolinea Scalfarotto – in questo momento di crisi, perché essere valutati solo per il merito rende competitivi”.

Parks interviene nelle aziende a partire dal controllo della policy, valutando se benefit come assicurazione medica e auto aziendale siano assegnati senza discriminazioni, e poi a livello di comunicazione, per creare un clima sereno che aiuti i lavoratori omosessuali a parlare anche del loro privato, così come fanno i colleghi etero ogni volta che accennano a moglie, figli, suocera.
Una pratica indispensabile visto che, come emerso da un questionario cui hanno risposto 476 lavoratori Ikea, 71 di loro – il 15 per cento circa – sono GLBT. Percentuale che scende al 6,58 per cento calcolando chi non ha risposto, ma è comunque più alta delle stime dell’OMS.

“E se abbandoni a se stesse questo 6.58 per cento di persone – considera il direttore di Parks – non puoi avere una gestione aziendale efficace”. L’obiettivo non è l’uguaglianza a priori, comoda alla maggioranza, ma la realizzazione dello slogan con cui IKEA, che ha lanciato il nuovo punto vendita di Catania con l’immagine di una coppia di uomini, accoglie i neoassunti: ‘per essere uno di noi devi essere te stesso‘. E in quanto tale intercettare prima alcuni cambiamenti o saper gestire meglio un certo tipo di clientela. (ANSA)